Previdenza Integrativa e Festa del Lavoro: il lavoratore al primo posto

Il 1° maggio si festeggia non solo il lavoro, ma tutti i lavoratori. Oltre ad essere un giorno di festa con un profondo significato storico-sociale,  è anche un’occasione per scoprire come la previdenza integrativa affianchi i lavoratori, offrendo loro strumenti di tutela e di garanzia.

Il sistema di previdenza integrativa mette al primo posto il lavoratore e le sue esigenze, dandogli la possibilità di andare in pensione in modo sereno, potendo contare su una rendita che si aggiunge a quella pubblica. Oltre alla rendita, gli aderenti alla previdenza integrativa, possono accedere a tutta una serie di strumenti utili a far fronte alle vicissitudini della vita di ogni lavoratore.

Fondo pensione: sempre a fianco del lavoratore

Immaginando una linea del tempo lungo un ipotetico percorso lavorativo, il fondo pensione è potenzialmente al fianco del lavoratore sin da subito, non appena ha inizio la sua carriera. Si tratta di una caratteristica non affatto scontata, e perché questo è possibile?

Libertà nel contribuzione e TFR

Innanzitutto perché il fondo pensione è “per tutte le tasche” e viene incontro anche ad un giovane lavoratore nei primi anni della sua carriera, quando le entrate economiche magari sono ancora contenute. Infatti, l’aderente è totalmente libero di stabilire la propria contribuzione al fondo pensione, sia per importi, che possono essere anche piccole cifre, che per frequenza.

Nel caso di un lavoratore dipendente poi il fatto che il fondo pensione sia subito al suo fianco è reso ancora più evidente dalla scelta che è chiamato a fare sulla destinazione del proprio TFR: lasciarlo in azienda o conferirlo nel fondo pensione? Versare il TFR nel fondo pensione è un’opportunità incredibile per un giovane lavoratore, non solo per la convenienza fiscale e in termini di potenziali rendimenti che può ottenere nel fondo pensione rispetto alla rivalutazione ordinaria del TFR, ma proprio perché gli consente di contribuire e costruirsi una pensione integrativa versando eventualmente anche solo il TFR. In questo caso, quindi, vi provvede ogni mese il datore di lavoro senza che ci sia un esborso economico effettivo per il lavoratore.

Il beneficio della deducibilità fiscale

La previdenza integrativa viene incontro poi a qualsiasi lavoratore grazie al grande beneficio fiscale della deducibilità dei contributi versati nel fondo pensione, facendo risparmiare ogni anno sulle imposte IRPEF. Quanto versato, infatti, fino a ben 5.164,57 euro annui, viene sottratto dal reddito dichiarato ai fini IRPEF, abbattendo così l’imponibile fiscale.

Con il tempo aumentano i vantaggi

Tornando ad immaginare un ipotetico percorso lavorativo, è evidente come il fondo pensione, finalizzato ad integrare la pensione, accompagni nel tempo il lavoratore e in questo i suoi vantaggi aumentano proprio con il passare degli anni. Il tempo infatti è un grandissimo alleato, innanzitutto per favorire già solo l’accumulo del capitale nel fondo pensione. Nel frattempo, grazie agli investimenti, i rendimenti crescono in maniera esponenziale grazie al meccanismo dell’interesse composto.

Nel tempo aumentano poi i vantaggi fiscali e soprattutto le flessibilità del fondo pensione. Infine, proprio perché è uno strumento di lungo periodo mirato ad affiancare e proteggere il lavoratore, il fondo pensione si adatta alle situazioni della vita, aiutandolo in caso di difficoltà.

 

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Possibilità di riscatto per affrontare i periodi difficili   

Una forma di tutela importante per i lavoratori è rappresentata dalla possibilità di richiedere il riscatto della propria posizione maturata presso il fondo pensione in caso di perdita del lavoro o di invalidità. Il sistema della previdenza integrativa ti offre la possibilità di riscattare:
  • Il 50% di quanto accumulato in caso di inoccupazione da 12 a 48 mesi o in caso di mobilità o di cassa integrazione
  • Il 100% di quanto accumulato in caso di inoccupazione superiore a 48 mesi
  • Il 100% in caso di invalidità permanente che riduca la capacità lavorativa a meno di 1/3.
La previdenza integrativa tutela non solo il lavoratore, ma anche i suoi cari. Gli eredi o altri beneficiari possono richiedere il riscatto totale di quanto accumulato nel caso di premorienza del lavoratore che non abbia ancora raggiunto i requisiti per la pensione. Inoltre, il riscatto è possibile anche nell’ipotesi in cui il lavoratore cambi lavoro e cessino i requisiti di partecipazione al fondo di appartenenza, anche se in questo caso è preferibile il trasferimento in un altro fondo pensione.

Anticipazioni per far fronte a spese straordinarie   

Nel corso della vita possono esserci dei momenti particolari in cui il proprio reddito potrebbe non bastare per affrontare spese impreviste o straordinarie. Anche questi casi sono coperti dal sistema della previdenza integrativa che prevede la possibilità per gli aderenti di richiedere un’anticipazione del fondo pensione per ottenere quanto accumulato anche prima di aver maturato i requisiti per l’erogazione della pensione integrativa.

L’anticipo può essere richiesto in tre casi:

  1. Per far fronte a spese mediche gravi riguardanti l’aderente, il coniuge o i figli. Può essere richiesto in qualsiasi momento e fino al 75% della posizione individuale maturata
  2. Per interventi di ristrutturazione o l’acquisto della prima casa per sé o per i figli. Può essere richiesto dopo 8 anni di adesione al fondo pensione e fino al 75% della posizione individuale maturata
  3. Per ulteriori esigenze e senza alcuna necessità di giustificarle. Può essere richiesto dopo 8 anni di adesione al fondo pensione e fino al 30% della posizione individuale maturata.

Trasferimento TFR: possibilità di trasferimenti in caso di cambio lavoro

Oggi il mercato del lavoro richiede carriere dinamiche e flessibili, con spostamenti e cambi di lavoro sempre più frequenti. In un contesto di questo tipo non è facile riuscire a mettere da parte una somma che permetta di affrontare il futuro con serenità.

Il rischio è quello di ritrovarsi con piccole quote di TFR – Trattamento di Fine Rapporto, accumulati presso diverse aziende o liquidate ad ogni cambio di lavoro, senza riuscire ad accantonare una somma utile per il post lavoro.

Il rimedio a questa tendenza può essere trovato nel sistema della previdenza integrativa. Scegliendo di destinare il proprio TFR e i propri risparmi ad un fondo pensione integrativo si ha la possibilità di concentrare in un unico strumento i soldi messi da parte a tutela del proprio futuro riuscendo nel tempo ad accumulare un bel gruzzolo, grazie ai rendimenti derivanti dall’investimento delle somme e soprattutto ai vantaggi fiscali legati alla previdenza integrativa.

Inoltre, anche i lavoratori che aderiscono ad un fondo pensione chiuso di categoria hanno la possibilità, in caso di perdita o cambio di lavoro, di trasferire il fondo pensione e quanto accumulato in un nuovo fondo pensione.  In questo modo si potrà riunire il proprio TFR e i propri risparmi in un unico strumento. La possibilità di cambiare fondo pensione è prevista in generale dalla normativa, con il solo limite di due anni di permanenza.

 

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Finalmente al traguardo: pensione serena grazie alla rendita aggiuntiva

Dopo una vita di duro lavoro, ciò che più si desidera è andare in pensione senza pensieri. Ecco quindi che il fondo pensione che ha accompagnato il lavoratore fino al traguardo, continuerà a farlo anche una volta pensionato garantendogli una pensione integrativa che si aggiunge alla pensione pubblica di base e che permette di mantenere un tenore di vita adeguato. Si tratta di una forma di tutela molto importante dal momento che la pensione pubblica sarà inevitabilmente inferiore rispetto all’ultimo reddito goduto. Si parla infatti di gap previdenziale, la percentuale del reddito da lavoro non coperta dalla pensione pubblica, ma che grazie alla pensione integrativa viene appunto colmata.

Pensione anticipata con la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (R.I.T.A.)

I lavoratori che hanno aderito alla previdenza integrativa hanno anche la possibilità di “anticipare il pensionamento” grazie al fondo pensione di ben 5 anni. Questo è possibile richiedendo, una volta smesso di lavorare, quanto accumulato nel fondo pensione sotto forma di Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (R.I.T.A.), che è appunto anticipata rispetto alla pensione pubblica di vecchiaia e alla stessa pensione integrativa. Si tratta quindi di un reddito ponte che può essere richiesto da tutti coloro ai quali mancano meno di 5 anni al raggiungimento dell’età anagrafica per il pensionamento di vecchiaia (oggi 67 anni) e che hanno almeno 20 anni di anzianità contributiva al momento della presentazione della domanda.

La RITA rappresenta inoltre un importante strumento di protezione per i lavoratori in difficoltà, che si trovano in stato di inoccupazione da almeno 24 mesi e ai quali mancano meno di 10 anni alla pensione di vecchiaia. Anche in questo caso potranno contare sulla R.I.T.A. che li accompagnerà fino alla maturazione dei requisiti di accesso alla pensione pubblica.

 

Buona festa dei lavoratori da propensione.it!

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