Le risposte alle vostre domande di marzo 2020

Ecco alcune domande inviate nel mese di marzo per la rubrica “l’esperto risponde” e selezionate per voi. Se volete partecipare a questa rubrica, nata per risolvere i dubbi legati al mondo della previdenza integrativa, inviate semplicemente una mail all’indirizzo dedicato all’iniziativa risponde@propensione.it., scriveteci sui nostri canali social o semplicemente contattateci come preferite e saremo lieti di rispondervi. Buona lettura!

TFR: stanno scadendo i 6 mesi per decidere, cosa fare? Veronica ci scrive

Salve, sono assunta da quasi sei mesi presso un’azienda e non ho ancora deciso in merito al TFR. Cosa è meglio fare entro questi sei mesi? Azienda o fondo? Le quote maturate fino ad adesso dove sono state versate? Grazie e cordiali saluti. Veronica.
Cara Veronica, entro i sei mesi dall’assunzione devi indicare al tuo datore di lavoro se desideri versare il tuo TFR maturando (quindi le quote che maturano dal momento della scelta in poi) al fondo pensione oppure lasciarlo in azienda. Scegliere il fondo pensione per il tuo TFR è conveniente innanzitutto sotto un punto di vista fiscale. Infatti, al momento dell’erogazione ti verrà tassato con l’aliquota agevolata che va dal 15 al 9% sulla base degli anni di partecipazione al fondo pensione mentre invece, lasciandolo in azienda, la tassazione sarà parecchio più elevata (dal 23% in su). Inoltre, il TFR versato al fondo è al sicuro al pari di quello lasciato in azienda e, in caso di bisogno, è più facilmente accessibile rispetto che in azienda grazie alla possibilità di richiedere anticipazioni fino al 75% di quanto accumulato per spese sanitarie, acquisto o ristrutturazione della prima casa e fino al 30% per qualsiasi esigenza. Infine, da non sottovalutare, il TFR versato al fondo pensione rende tendenzialmente di più rispetto alla normale rivalutazione del TFR lasciato in azienda e sei libera di scegliere la linea di investimento più adatta al tuo profilo (da quelle più dinamiche a quella garantita). Per quanto riguarda invece le quote di TFR che hai maturato in questi primi mesi di lavoro, queste continueranno a essere gestite dalla tua azienda e ti verranno liquidate direttamente dal tuo datore di lavoro una volta terminato il rapporto di lavoro.

Fondo pensione con “scadenza” a 65 anni: che succede se vado prima in pensione? Raffaele ci scrive.

Ciao, un’informazione io ho aderito al fondo pensione con scadenza 65 anni nel caso in cui vado in pensione prima cosa succede. Grazie, Raffaele.
Caro Raffaele, anche se al momento dell’adesione hai indicato una data presunta di pensionamento il fondo pensione non ha scadenza. Infatti, il momento dell’erogazione finale corrisponde sempre con il raggiungimento dei requisiti per il pensionamento nel proprio regime pubblico di appartenenza. Se andrai in pensione prima dei 65 anni potrai tranquillamente chiedere l’erogazione di quanto hai accumulato nel fondo pensione senza attendere il compimento dell’età anagrafica indicata in fase di adesione.

Quanto versare nel fondo pensione? Daniele ci scrive.

Ho un reddito lordo di 55.000€ circa, quanto mi consigliate di versare? Grazie mille. Saluti. Daniele.
Caro Daniele, innanzitutto tieni conto che la previdenza integrativa consente di versare liberamente quanto si desidera e secondo la frequenza desiderata, potendo modificare o sospendere la contribuzione nel tempo senza alcun limite. Inoltre, gli importi possono essere sia inferiori che superiori al limite annuale di deducibilità, ossia 5.164,57 euro. Quanto eventualmente versato oltre il limite lo si dichiara al fondo pensione come non dedotto fiscalmente e a quel punto godrà della detassazione totale perché sarà esente in fase di erogazione della pensione integrativa, non andandone a costituire la base imponibile. Infine, per determinare quanto versare è utile conoscere la stima di quello che sarà il gap previdenziale da colmare tra ultimo reddito percepito e pensione pubblica. Nel tuo caso, avendo un buon reddito, il gap previdenziale potrebbe essere superiore rispetto ad altri casi di redditi più bassi e di conseguenza potrebbe essere necessaria una maggiore integrazione con la pensione integrativa. A tal fine quindi, potrebbe essere utile versare almeno i 5.164 euro all’anno, andando a risparmiare di imposte IRPEF, secondo il reddito complessivo da te indicato, 2.117 euro annui.

Fondo pensione per fisioterapista, quale e come scegliere. Luca ci scrive

Buongiorno, vi scrivo per chiedervi quale potrebbe essere un fondo pensione adatto per la mia professione, sono fisioterapista. Ho 53 anni e ho un’anzianità lavorativa di 27 anni. Ad oggi, che io sappia, non esistono fondi chiusi  per un’attività come la mia (l’ordine professionale è stato istituito l’anno scorso). Grazie. Cordiali saluti. Luca.
Caro Luca, ad oggi confermiamo che non esistono fondi pensione chiusi per liberi professionisti, ma solamente per lavoratori dipendenti, se assunti in aziende che vi aderiscono con accordi aziendali o con contratti collettivi di riferimento. Nel tuo caso puoi aderire ad un fondo pensione aperto o ad un piano individuale pensionistico, che sono aperti a tutti a prescindere dalla propria professione. Inoltre le regole in termini di vantaggi fiscali, tutele e flessibilità sono le stesse. Per scegliere il prodotto giusto bisogna fare riferimento essenzialmente all’orizzonte temporale a disposizione e al proprio profilo di rischio e in questo puoi contare sulla consulenza gratuita di propensione.it, che ha selezionato i fondi pensione più efficienti in termini di costi, performance e solidità. Inoltre, aderendo tramite propensione.it non ci sono costi aggiuntivi e potrai contare sempre sulla nostra consulenza nel tempo.
Continuate a seguirci e ad inviare le vostre domande all’indirizzo e-mail dedicato risponde@propensione.it, sulla nostra pagina Facebook o semplicemente contattateci come preferite. Risponderemo ad ognuno di voi e pubblicheremo le domande più interessanti ogni mese sul nostro Magazine e sui nostri canali social.

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