La previdenza integrativa: ruota di scorta ormai indispensabile

Le notizie provenienti dalla Francia e relative a nuovi scioperi e proteste dovuti alla riforma del sistema pensionistico continuano a susseguirsi e fanno inevitabilmente riflettere su quella che è la situazione previdenziale anche nel nostro bel Paese. Negli ultimi anni, i sistemi pensionistici europei, ma anche globali, hanno dovuto affrontare importanti riforme dovute, da un lato, alla buona notizia dell’allungamento dell’aspettativa di vita e, dall’altro, al calo delle nascite a seguito del quale si è ristretta la quota di lavoratori attivi a fronte di un  innalzamento del popolo dei pensionati.
Per far fronte a questi trend demografici anche il nostro Paese ha previsto il graduale innalzamento dell’età pensionabile e modificato il sistema di calcolo pensionistico passando dal vecchio e più generoso sistema retributivo a quello contributivo.

A proposito di pensioni: la previdenza integrativa è indispensabile 

Il tema pensionistico viene spesso trattato dal quotidiano Milano e Finanza che, in particolare negli inserti del sabato, dedica appositi focus al tema pensionistico e alla necessità per tutti i lavoratori di aderire alla previdenza integrativa. In particolare, nel numero di sabato 14 dicembre, è stata evidenziata l’importanza di pensare per tempo a rimpolpare le future pensioni pubbliche con l’aiuto di un fondo pensione, necessità ancora più sentita tra le nuove generazioni le cui carriere lavorative sono sempre più caratterizzate da una certa discontinuità e da stipendi spesso bassi.

Secondo Oreste Gallo, presidente del fondo pensione Cometa, la percentuale di adesione alla previdenza complementare in Italia è ancora troppo bassa, soprattutto alla luce del fatto che la coperta pubblica sta diventando sempre più corta. Il presidente di Cometa indica che, da una recente ricerca Mefop emerge come il 39% degli italiani in età lavorativa è preoccupato di perdere il lavoro e una percentuale analoga teme non avrà una pensione sufficiente. Si tratta di una preoccupazione reale infatti, le stime della ragioneria di Stato indicano per i dipendenti un gap previdenziale, cioè una differenza tra pensione pubblica e ultimo reddito pari al 30 – 40%.

Tuttavia la soluzione per colmare questo gap c’è ed è la previdenza integrativa: aderendo a un fondo pensione sin dall’inizio della propria carriera lavorativa sarà possibile contare su un integrazione dell’assegno pensionistico pubblico in media pari al 20%.

L’elaborazione di Progetica, società indipendente di consulenza in educazione e pianificazione finanziaria, assicurativa e previdenziale pubblicata su Milano e Finanza stima l’importo del versamento mensile da farsi al fine di avere una rendita composta da pensione pubblica e integrativa che copra il 90% dell’ultimo reddito da lavoratori:

 

Fonte: Milano e Finanza

L’importanza delle nuove tecnologie e di una pianificazione lungimirante

Secondo Gallo, per la diffusione della previdenza integrativa è di fondamentale importanza adottare un approccio digitale e aperto all’innovazione tecnologica nella distribuzione e consulenza in modo da raggiungere un’ampia platea, in primis, il mondo dei giovani. Grazie alle nuove tecnologie sarà possibile creare una vera e propria cultura del risparmio che faccia riflettere sull’importanza di una pianificazione lungimirante. Infatti, soprattutto quando si parla di previdenza integrativa, il tempo è il miglior alleato nella costruzione di una sicurezza economica in più per il post lavoro.

Il tema pensionistico è stato trattato da Milano e Finanza anche nel numero pubblicato il 30 novembre in cui, dopo aver analizzato nuovamente l’importanza di tutelarsi in vista della pensione viene riportato il parere di Sangita Chawla, head of retirement savings di Schroders, il quale fa riflettere sul fatto che i risparmiatori a livello globale non hanno aspettative realistiche riguardo allo stile di vita che vorrebbero dopo il pensionamento. Visto l’allungamento dell’aspettativa di vita, al termine della carriera lavorativa è giusto godersi il meritato riposo grazie a risparmi sufficienti. Secondo Sangita è opportuno che le persone inizino a risparmiare in maniera sostanziale, il prima possibile, nell’arco dell’attività lavorativa e che valutino, ben prima del pensionamento, il livello di reddito necessario a permettersi una buona pensione.

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