OCSE: nel 2050 per ogni lavoratore ci sarà un pensionato

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Il nostro Bel Paese, con la sua dieta mediterranea, il clima mite e la qualità di vita è considerato tra i più longevi in Europa. Si tratta di un dato di cui andare senz’altro fieri. L’altra faccia della medaglia riguarda però la sostenibilità del sistema previdenziale italiano, da sempre oggetto di innumerevoli studi. 

Infatti, basandosi sul meccanismo a ripartizione, secondo il quale i contributi di anno in anno versati dai lavoratori vengono utilizzati per pagare le pensioni attuali, è molto importante monitorare il rapporto esistente tra popolazione attiva e pensionati. Un sorvegliato speciale insomma, da tenere d’occhio, affinché il nostro Paese non si ritrovi, in un futuro ormai prossimo, senza le risorse sufficienti all’erogazione degli assegni pensionistici alla popolazione di pensionati. 

Le stime OCSE: tra 30 anni un lavoratore per ogni pensionato

Secondo le ultime stime dell’OCSE – Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, attualmente in Italia ci sono 70 pensionati ogni 100 lavoratori. Si tratta di numeri che già oggi posizionano il nostro Paese all’ultimo posto in Europa in termini di sostenibilità. Secondo l’OCSE questo rapporto è destinato a peggiorare ulteriormente nei prossimi 30 anni, arrivando addirittura alla pari, con un rapporto uno a uno.

Quanto costa anticipare la pensione?

Secondo quanto riportato da Milano e Finanza, se da un lato, dopo una vita di duro lavoro, il desiderio di ritirarsi anticipatamente dalla vita lavorativa è molto forte, dall’altro, l’uscita anticipata anche solo di un anno riduce di molto l’importo dell’assegno pensionistico che si andrà a percepire. 

In particolare, secondo uno studio di Credit Suisse effettuato con riguardo all’attuale sistema pensionistico svizzero, un lavoratore elvetico con un reddito medio che vuole anticipare il pensionamento di due anni subirà un taglio dell’assegno pari al 14%

Si tratta di uno scenario che vale anche per il nostro Paese, secondo la Ragioneria generale dello Stato la differenza tra il pensionamento con quota 100 o in via ordinaria è pari a 6 punti percentuali. Si parla infatti di un tasso di sostituzione pari al 66,20% dell’ultimo reddito con Quota 100 contro il 72,1’% senza anticipo.

Visto il crescente aumento del gap previdenziale, Credit Suisse indica che, affinché il sogno di un pensionamento anticipato si possa avverare è necessario costruirsi per tempo una previdenza privata aderendo a un buon fondo pensione. 

La soluzione: aderire a un fondo pensione

L’opinione comune di tutti gli esperti è dunque quella di tutelare il proprio futuro pensionistico aderendo alla previdenza integrativa. Infatti, attivandosi fin dall’inizio delle proprie carriere lavorative e contribuendo al proprio fondo con costanza e in linea con le proprie disponibilità economiche sarà possibile diminuire il tasso di sostituzione e quindi affrontare con più serenità il pensionamento, anticipato o ordinario che sia. 

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