Quota 100: le pensioni ipotizzate da Progetica

Anche se il Decreto attuativo della misura di pensionamento anticipato quota 100 non è stato ancora varato, sulla base dei requisiti che saranno richiesti nel primo triennio, è già possibile compiere delle stime sull’ammontare delle pensioni. E’ quanto è stato fatto dalla Società di consulenza Progetica e riportato sull’inserto l’Economia del Corriere della Sera di questa settimana.

Per richiedere la pensione tramite questa misura, i requisiti minimi utili al raggiungimento della quota 100 sono un’età anagrafica di almeno 62 anni e 38 anni di contributi. Partendo da questi presupposti, Progetica ha individuato diverse ipotesi di lavoratori che potrebbero farne richiesta e calcolato gli anni di anticipo e l’ammontare della pensione con quota 100 rispetto a quella di vecchiaia (67 anni di età e 20 anni di contributi) o anticipata (41 e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini a prescindere dall’età anagrafica).

I lavoratori interessati da quota 100

Visti i requisiti richiesti, Progetica individua come lavoratori che potrebbero accedere alla pensione con quota 100:
  • i nati tra il 1952 e il 1959
  • interessati da  carriere lavorative continue iniziate tra i 20 e i 29 anni d’età
  • aventi un reddito attuale da lavoro di 2.000 euro netti al mese.

A seconda dei casi, variano innanzitutto l’età anagrafica di pensionamento e gli anni di anticipo pensionistico con quota 100 rispetto alla pensione di vecchiaia o anticipata.

Come illustrato nella tabella riportata dal Corriere della Sera, l’età di pensionamento varia tra pensione anticipata, evidenziata in azzurro, pensione con quota 100, evidenziata in verde e la pensione di vecchiaia, evidenziata in giallo. In alcuni casi la nuova misura risulta quasi irrilevante, in altri invece l’anticipo può essere anche di 5 anni e 4 mesi, come meglio riportato nella tabella successiva.
Unici casi in cui non c’è alcun anticipo sono quelli in cui si accede alla pensione di vecchiaia, riportati sempre in giallo.

La riduzione della pensione con quota 100

Al di là dei casi in cui gli effetti di quota 100 sono esigui, i lavoratori che invece potrebbero andare in pensione con più mesi o anni di anticipo, prima di effettuare questa scelta sono chiamati a compiere delle valutazioni strettamente personali. Quello che vale per tutti è che anticipare la pensione implica:
  • meno anni di contributi versati
  • una maggiore speranza di vita dopo il pensionamento.

Tutto questo comporta inevitabilmente una riduzione dell’assegno pensionistico con quota 100, in alcuni casi limite fino al -30%.

Nella tabella è evidente che nei casi in cui l’anticipo pensionistico con quota cento è maggiore, lo è anche la diminuzione della pensione rispetto a quella di vecchiaia o anticipata. Dalle stime di Progetica, il lavoratore del 1957 che lavora da quando ha 24 anni e anticipa la pensione di 5 anni e due mesi all’età di 62 anni e 3 mesi, come illustrato nella prime tabelle, ha una pensione ridotta del 30%. La diminuzione minima per effetto di quota 100 è comunque del 10% e questo a fronte di anticipazioni di pochi mesi.
Il lavoratore che rientra nei parametri richiesti resta in ogni caso libero di di scegliere se andare in pensione con quota 100 o proseguire con l’attività lavorativa sino al pensionamento anticipato o di vecchiaia,trattandosi di una misura attuabile su base volontaria.

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