Pensione 2019: requisiti, novità e conferme dopo la riforma

Quali sono i requisiti per andare in pensione nel 2019 con la nuova riforma pensionistica? La pensione quota 100 rappresenta una via aggiuntiva alle già numerose misure di uscita anticipata e flessibile introdotte negli anni precedenti. La riforma vale per i lavoratori iscritti all’AGO (assicurazione generale obbligatoria), alle forme esclusive o sostitutive dell’AGO e alla gestione separata. Restano esclusi i liberi professionisti iscritti alla casse previdenziali, ciascuna con regole di pensionamento differenti.
Pensionamento ordinario

La pensione di vecchiaia

Per accedere alla pensione di vecchiaia sono necessari il raggiungimento di un requisito anagrafico e di un requisito contributivo minimo. A seguito dell’adeguamento alla speranza di vita, quest’anno sono necessari 67 anni d’età (nel 2018 erano necessari 66 anni e 7 mesi) ed è rimasto invariato il requisito minimo di 20 anni di contributi.

La pensione anticipata

La pensione anticipata richiede il raggiungimento di una determinata anzianità contributiva pari a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne, a prescindere dall’età anagrafica. La riforma appena varata ha bloccato l’adeguamento alla speranza di vita di questi requisiti.

C’è poi la pensione anticipata contributiva prevista per chi ha iniziato a versare i contributi solo dopo il 1995 e che richiede 64 anni d’età anagrafica, 20 anni di contributi e un assegno pensionistico pari almeno a 2,8 volte quello sociale INPS, quest’anno pari a 5.954 euro annui.

Pensionamento anticipato

Pensione quota 100

La vera e propria novità della riforma appena varata è la pensione quota 100, che è stata introdotta in via sperimentale per il triennio 2019 – 2021 e consente di anticipare la pensione rispetto alle forme di pensionamento ordinario.

Per accedervi è necessario avere i seguenti requisiti:

  • avere almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi, che è la combinazione minima per raggiungere la quota 100
  • essere lavoratori dipendenti privati, pubblici o autonomi aventi l’INPS come Ente previdenziale di riferimento
  • nel caso di carriere frammentate, possono essere fatti valere i contributi cumulati nelle diverse gestioni previdenziali INPS.

A partire dal 1 aprile potranno richiedere la pensione quota 100 i lavoratori del settore privato che hanno raggiunto i requisiti previsti entro il 31 dicembre 2018. Per coloro che li soddisfano durante il periodo sperimentale della misura, possono accedere alla pensione quota 100 nei tre mesi successivi. Per i dipendenti pubblici, invece, la decorrenza è di sei mesi dal raggiungimento dell’età anagrafica e dell’anzianità contributiva (prima data utile il 1 luglio 2019).

APE sociale e APE volontario

Prorogata fino al 31 dicembre 2019 l’APE sociale, l’anticipo pensionistico a carico dello Stato per i lavoratori che si ritrovano in una delle quattro condizioni di bisogno previste (disoccupazione, assistenza ai familiari, disabilità e lavori usuranti) e che abbiano 63 anni d’età e 30 o 36 anni di contributi.

Ancora un altro anno anche per l’APE volontario, un prestito pensionistico che viene erogato per il periodo di tempo che va dalla richiesta fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia. Il lavoratore può presentare domanda  all’INPS se ha almeno 63 anni e 7 mesi d’età e 20 anni di contributi.

Confermata Opzione donna

Confermata anche nel 2019 la misura di anticipo pensionistico per le donne a fronte di almeno 59 anni di età se lavoratrici dipendenti o 60 anni d’età se autonome. Entro il 31 dicembre devono aver maturato almeno 35 anni di contributi e la pensione pubblica verrà interamente calcolata con il metodo contributivo.

Lavoratori precoci e lavori usuranti

Chi ha lavorato per almeno un anno prima di averne compiuto 19 o chi svolge lavori considerati usuranti può accedere alla pensione in via anticipata:
  • i lavoratori precoci, dopo tre mesi dal raggiungimento dei 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica e nel caso delle quattro situazioni previste (mansioni gravose, disoccupazione, invalidità o assistenza ai familiari).
  • i lavoratori che svolgono attività usuranti, all’età di 61 anni e 7 mesi e con 35 anni di contributi. Le stesse attività considerate usuranti devono essere state svolte negli ultimi sette anni o per un periodo pari alla metà della carriera lavorativa.

Isopensione

Nel caso di aziende in esubero con più di 15 dipendenti e che abbiano sottoscritto un accordo con le or­ganizzazioni sindacali per finanziare il prepensionamento dei dipendenti più anziani, il lavoratore può scegliere di avvalersi di questa misura di esodo anticipato fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata. Il periodo massimo di anticipo è di sette anni e a partire dal 2021 scenderà ad un massimo di quattro anni.
Le modalità per accedere alla pensione nel 2019 variano per ciascun lavoratore a seconda della sua situazione professionale, contributiva e, in alcuni casi, personale.

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