Nuova riforma delle pensioni: Quota 41 probabile grande esclusa

Il tema pensionistico è da sempre molto sentito e particolarmente delicato in quanto va a toccare tutta la popolazione, dai più maturi ai più giovani. Spesso, parlando di pensioni, ognuno tende a pensare alla propria situazione personale, quindi a quali saranno le regole applicate alla propria uscita e a quando arriverà il fatidico momento del pensionamento dopo una vita di duro lavoro. Trattando il tema pensionistico è tuttavia necessario fare un discorso più ampio che comprenda anche il problema della sostenibilità del sistema pensionistico pubblico. Questo significa dover prendere in considerazione non solo la propria situazione personale ma anche quella di coloro che hanno appena iniziato a lavorare o che magari non lavorano ancora e capire se, anche in futuro, sarà possibile proseguire con l’erogazione delle pensioni secondo le regole attualmente in vigore o se è opportuno introdurre delle modifiche.

Un invito all’Italia a una riflessione di questo tipo è arrivata direttamente dall’Europa che, a seguito della crisi economica ha imposto al nostro Paese il rispetto di alcune condizioni relative all’utilizzo della spesa pubblica alle quali l’Italia dovrà uniformarsi al fine di poter sfruttare il Recovery Fund e avere quindi accesso ai fondi comunitari.

Alla luce di questo rinnovato quadro europeo, cosa dobbiamo attenderci dalla riforma pensionistica la cui entrata in vigore è prevista per il 1° gennaio 2022?

Riforma pensioni: Quota 41 si farà?

Quota 41 è una delle ipotetiche misure proposte dal Governo che consentirebbe di andare in pensione, indipendentemente dall’età anagrafica, a coloro che hanno raggiunto i 41 anni di contributi (di cui almeno 12 mesi versati prima del compimento del 19° anno di età). Questa misura dovrebbe rivolgersi in particolare a 5 categorie di lavoratori: disoccupati, invalidi, caregiver, lavori usuranti e lavori gravosi.

Si tratta tuttavia di una previsione che, già prima dell’emergenza dovuta al Coronavirus non trovava le basi per un eventuale avvio a causa dell’impossibilità di reperire risorse necessarie a farvi fronte senza andare incontro ad un ulteriore incremento della spesa previdenziale.

Attualmente, non sembrano dunque esserci le basi per l’introduzione di Quota 41  a partire dal 2022, in sostituzione oltretutto di Quota 100 che arriverà alla sua naturale scadenza a dicembre 2021.

Pensioni dal 2022, quali i requisiti?

Le ipotesi sono molte tuttavia, al momento, non è ancora possibile ipotizzare le possibili nuove vie che verranno introdotte al fine di anticipare il pensionamento. L’auspicio è quello di andare verso maggiori flessibilità per coloro che cercano una via di ingresso alla pensione anticipata. Questo però comporterà inevitabilmente delle penalizzazioni per quanto riguarda l’ammontare dell’assegno pensionistico che potrebbe subire un importante taglio per ogni anno di anticipo.

La previdenza integrativa: una tutela necessaria

Ecco allora che appare evidente la necessità di iniziare a tutelare da sé il proprio futuro pensionistico. Come? Aderendo a un fondo pensione efficiente sin dall’inizio della propria carriera lavorativa. Infatti, grazie alla costanza e al tempo a disposizione sarà possibile garantirsi maggiori risorse per il post lavoro, potendo contare su una rendita che si affianchi alla pensione pubblica di base. Inoltre, ci si assicurerà anche una via d’uscita anticipata dal mondo del lavoro di ben 5 o 10 anni in caso di difficoltà, grazie alla R.I.T.A. – rendita integrativa temporanea anticipata.

Quanto puoi ottenere da un fondo pensione?

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