Pensione giornalisti: la cassa previdenziale INPGI e come integrarla

Che siano liberi professionisti o lavoratori dipendenti, tutti i giornalisti iscritti all’Albo hanno l’obbligo di iscriversi all’INPGI (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani), una cassa previdenziale riservata a questa categoria di lavoratori.

Giornalisti e pensione: quando?

Secondo la normativa oggi in vigore, i giornalisti hanno due strade alternative per andare in pensione:  
  • la pensione di vecchiaia: nel 2018 si raggiunge al compimento di 66 anni e 7 mesi di età sia per le donne che per gli uomini (dal 2019 bisognerà aver raggiunto i 67 anni di età)
  • la pensione anticipata (ex anzianità): si raggiunge al compimento di 62 anni di età e 39 di contributi (dal 2019 oltre ai 62 anni di età bisognerà avere almeno 40 anni e 5 mesi di contributi).

Dal 1°gennaio 2017 sono state modificate le regole relative al sistema di calcolo della pensione per i giornalisti: per coloro che si sono iscritti successivamente al 1°gennaio 2017 si applica integralmente il metodo di calcolo contributivo anzichè  quello misto retributivo/contributivo previsto per gli iscritti antecedenti a tale data.

Pensione per i giornalisti: come mantenere un tenore di vita adeguato?

Il sistema di calcolo della pensione di tipo contributivo non permette di percepire una pensione che sia pari all’ultimo reddito percepito come lavoratore.

E’ per questo motivo che è importante pensare, sin dall’inizio dell’attività lavorativa, a una soluzione per colmare questo gap.

Lo strumento ideale è rappresentato dalla previdenza integrativa che permette di costruirsi una pensione di scorta da affiancare alla pensione pubblica e mantenere lo stile di vita desiderato anche una volta raggiunta l’età pensionabile.

Lo Stato ti aiuta nella costruzione di una pensione di scorta

Gli aderenti alla previdenza integrativa possono contare su un regime fiscale agevolato che va dall’inizio alla fine grazie all’applicazione del sistema E-T-T.  
Questo sistema permette di ricevere un primo importante aiuto da parte dello Stato in fase di contribuzione, grazie alla deducibilità dei contributi versati al fondo pensione. Inoltre, è prevista l’applicazione di una tassazione agevolata sia sui rendimenti ottenuti dal fondo pensione, che in fase di erogazione della rendita.

Previdenza integrativa: il caso di Elena, giornalista di 29 anni

Vediamo il caso di Elena, ventinovenne, giornalista libero professionista per un quotidiano on line che ha deciso di costruirsi una pensione di scorta aderendo alla previdenza integrativa. Elena ha iniziato a lavorare a 28 anni, nel 2017, e secondo la normativa applicabile in questo momento, si stima possa andare in pensione a 70 anni, nel 2060.

Il calcolatore pensione stima che la sua pensione rappresenterà solo l’84% dell’ultimo stipendio percepito da lavoratrice ed è proprio per questo che ha deciso di pensare da subito al proprio futuro costruendosi una garanzia finanziaria in più.

Il poter contare su una rendita vitalizia è ciò che ha indotto Elena a sottoscrivere un fondo pensione ma, oltre a questa, potrà godere di un importante vantaggio fiscale immediato: la deduzione dei contributi volontari dal proprio reddito dichiarato ai fini Irpef.

Elena ha deciso di destinare ogni mese 150 euro alla previdenza integrativa, per un totale di 1.800 euro all’anno. Di questa somma, grazie alla deducibilità, risparmierà ben 486 euro all’anno di imposte, su un reddito dichiarato ai fini IRPEF di 26.000 euro. In questo modo è come se dei 150 euro versati al fondo pensione ogni mese 40 euro e 50 centesimi glieli pagasse lo Stato aiutandola a costruire la propria pensione.  

Inoltre, grazie alla deducibilità dei contributi, da qui al 2060, anno in cui secondo le stime potrà andare in pensione, avrà accumulato un risparmio fiscale totale di circa 20.000 euro. Si tratta di una bella parte di pensione complementare che in concreto le viene finanziata direttamente dallo Stato.

Giornalista, il caso di Elena: che pensione integrativa otterrà?

Raggiunta l’età pensionabile si stima che Elena possa contare su un capitale accumulato di circa 115.000 euro, composto non solo da quanto ha effettivamente versato negli anni ma anche dai rendimenti ottenuti dagli investimenti del fondo.

Da quanto accumulato Elena potrà ricavare una rendita vitalizia di 5.800 euro all’anno, pressappoco 483 euro al mese che si affiancano alla pensione pubblica. Grazie a questa rendita aggiuntiva Elena potrà pensare al futuro con più serenità sapendo che il gap pensionistico tra ultimo reddito percepito e pensione pubblica sarà totalmente colmato.

La previdenza integrativa è uno strumento che ben si adatta a tutti i profili lavorativi e che grazie alla sua flessibilità e libertà nelle scelte di adesione e investimento rappresenta l’alleato ideale per costruirsi la pensione desiderata e tutelare il proprio futuro. Anche i giornalisti, oltre al versamento all’INPGI, devono iniziare presto a costruirsi un canale aggiuntivo di supporto alla pensione pubblica.

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