L’importanza dell’espansione per il welfare familiare

E’ stato pubblicato il II° Rapporto sul Bilancio di welfare delle famiglie italiane curato da MBS Consulting – gruppo indipendente di business consulting, nel quale viene ricostruita la spesa nel welfare familiare italiano. Nel 2018 la spesa in questo settore ha raggiunto quota 143,4 miliardi, +6,9% rispetto alla spesa del 2017 e pari all’8,3% del Pil. Nel 2018 ogni nucleo familiare ha speso in media il 18% del proprio reddito in welfare familiare, per un importo medio pari a 5.611 euro.

La spesa per il welfare cambia notevolmente a seconda delle condizioni economiche della famiglia: nel grafico viene esposta l’incidenza della spesa in base alle diverse aree di welfare da coprire e a seconda della fascia di ricchezza della famiglia (debole – autosufficiente – media – benestante – agiata).

Fonte: Rapporto MBS Consulting 2019 sul bilancio del welfare – Executive summary
Le famiglie che rientrano nella categoria “debolezza” spendono in totale una media di 3.206 euro all’anno, mentre quelle appartenenti alla categoria “agiatezza” spendono in media 13.030 euro.

Interessante appare la variazione delle percentuali di spesa per area in base all’appartenenza alle diverse fasce: la fascia debole spende il 13,4% della spesa per il welfare in assistenza agli anziani, mentre quella agiata il 22,9%. Per la spesa in previdenza e protezione invece si registra il 2,7% per la fascia debole e 7,6% per la fascia agiata.

Le otto aree di spesa del welfare familiare

Il report analizza otto diverse aree del welfare:  
  • l’area salute: è l’area di spesa più rilevante e in maggior crescita, raggiungendo nel 2018 quota 37,7 miliardi, +11,9% rispetto al 2017, per una spesa media a famiglia di 1.476 euro. Questo aumento si deve in parte alla ricerca di benessere delle fasce familiari più ricche che acquistano prestazioni sanitarie, dall’altro alle difficoltà del sistema sanitario nazionale di far fronte in tempi brevi e in modo adeguato alla richiesta. Inoltre, dal rapporto emerge che la spesa nell’area salute è decisamente inferiore nelle famiglie monocomponenti di single, separati o vedovi, che hanno livelli di rinuncia alle prestazioni sanitarie più elevati a causa delle difficoltà economiche in cui versano. Emerge un chiaro interesse verso la prevenzione e il benessere personale e la necessità di un’assistenza sanitaria continua.
  • l’area dei supporti al lavoro: la spesa per il trasporto e per i pasti è stata di 31,9 miliardi (+2,2% rispetto al 2017). Le famiglie che hanno sostenuto questa spesa sono ben 16,7 milioni, per un importo medio annuo di 1.914 euro. Questa voce di costo non dipende esclusivamente dalle condizioni economiche delle famiglie ma soprattutto dalle distanze e dallo sviluppo del sistema di trasporti del luogo. Per recarsi a lavoro, per esempio, è emerso che il 67,3% utilizza ancora mezzi privati.
  • l’area dell’assistenza agli anziani e alle persone bisognose di aiuto: la spesa sostenuta è pari a 27,9 miliardi (+10,3% rispetto al 2017) per una spesa media a famiglia pari a 13.306 euro. Questa voce di spesa è inversamente proporzionale al livello di reddito. Il 48% delle famiglie con persone bisognose di assistenza ha dovuto rinunciare ai servizi per gli anziani o altri familiari a causa delle difficoltà economiche o per il rifiuto del servizio da parte della persona assistita. Emerge la necessità di assistenza domiciliare qualificata, finalizzata al mantenimento delle persone anziane soprattutto attraverso il mantenimento delle relazioni sociali e affettive che possono senz’altro garantire una qualità di vita migliore.
  • l’area dell’assistenza ai bambini e dell’educazione prescolare: la spesa sostenuta nel 2018 è stata pari a 6,7 miliardi (+4,7% rispetto al 2017) per una spesa media di 2.769 euro per famiglia con figli minori di 14 anni. La cura dei figli viene prevalentemente affidata ai genitori che nel 64% dei casi vengono aiutati da altri familiari. Anche in questo settore si registra una spesa per il welfare inversamente proporzionale al livello di reddito.
  • l’area dell’assistenza familiare: la spesa sostenuta nel 2018 è stata di 13,2 miliardi (+1,5% rispetto al 2017) registrando una spesa media per famiglia pari a 2.823 euro. Circa il 18% delle famiglie utilizza collaboratori familiari. Quest’area è più sviluppata per le famiglie agiate (44%) e molto meno per quelle in condizioni di debolezza (8,5%)
  • l’area dell’istruzione: la spesa sostenuta per l’istruzione è stata pari a 10,5 miliardi (+9,4% rispetto al 2017). Questo aumento non è dovuto ad un aumento della spesa quanto piuttosto ad un aumento del numero di famiglie che hanno investito in questo settore. Solamente il 75,3% delle famiglie è in grado di affrontare autonomamente, utilizzando esclusivamente il proprio reddito, tutte le spese per l’istruzione.
  • l’area della cultura e del tempo libero: la spesa in questo settore è lievemente diminuita: -1,3% e nel 2018 è stata di 7,5 miliardi pari a 469 euro per famiglia.
  • l’area della previdenza e della protezione: la spesa totale delle famiglie italiane per le assicurazioni di tipo previdenziale e di protezione del patrimonio è stata pari a 7,8 miliardi (+6,8% rispetto al 2017). In quest’area vengono presi in considerazione tre diversi tipi di coperture:

Nel complesso solo il 31,7% delle famiglie ha previsto questa tipologia di protezione (comprendendo anche le polizze sanitarie), mentre il restante 68,3% risulta ancora privo delle coperture necessarie a far fronte ai rischi più importanti che possono colpire sia la famiglia che il suo patrimonio. La diffusione di quest’area del welfare, inoltre, è fortemente connessa al reddito.

I cambiamenti legati a questo settore non riguardano solo l’offerta  ma anche la domanda che sta continuando a crescere, in linea con la nascita di nuovi bisogni di protezione.
In Italia, Paese caratterizzato da un crescente aumento dell’aspettativa di vita e da un calo delle nascite, la richiesta del welfare è destinata ad aumentare, in parallelo con la crescita dell’offerta e della concorrenza di questo mercato (pubblico e privato). Solo investendo in questo settore sarà possibile far fronte all’invecchiamento della popolazione e alle nuove domande di assistenza e protezione per gli anziani. 

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