Pensioni: è l’ora di “svegliarsi”

Vorrei avere qualche informazione sui fondi pensione anche se forse… mi sono svegliato/a troppo tardi.” E’ questa la tipica frase con cui iniziano molte delle nostre  consulenze e la risposta naturale è quella di rassicurare sul fatto che la previdenza integrativa non ha età e soprattutto, non è mai troppo tardi per tutelare il proprio futuro pensionistico. Tuttavia, l’aspetto su cui riflettere è la tendenza, molto diffusa tra i lavoratori del nostro Paese, a rimandare il più possibile ogni pensiero collegato al tema pensionistico, se non quando si è ormai prossimi all’uscita dal lavoro. 

La causa principale del rimando è riconducibile alla mancanza di un’educazione previdenziale che fa sì che, i lavoratori, non solo non abbiano consapevolezza sulla propria futura situazione pensionistica ma abbiano anzi delle aspettative irrealistiche, molto difformi, da quella che sarà la realtà. 

A parlarne è il mensile FocusRisparmio che, nell’articolo intitolato “Pensione, gli italiani non hanno idea di quanto (poco) prenderanno” analizza una ricerca svolta da Moneyfarm in collaborazione con Progetica.

Età pensionabile: solo 5 persone ogni 10 la conoscono

A quanti è capitato di ironizzare sulla propria data di pensionamento: “Pensione, chissà se ci andremo mai?” Se da un lato l’intento è quello di alleggerire un tema così pesante e ricco di incertezze, dall’altro, l’ironia probabilmente nasconde anche una generale inconsapevolezza su quella che potrebbe essere l’età di ingresso alla pensione. 

Dai risultati della ricerca Moneyfarm-Progetica emerge che, solo il 50% degli intervistati dichiara di sapere con esattezza quando andrà in pensione inoltre, interessante rilevare che questa consapevolezza è minima nei giovani lavoratori (solo il 32% tra gli under 29), fascia che più di tutte dovrebbe pensare a tutelare il proprio futuro pensionistico, e aumenta con l’aumentare dell’età degli intervistati (ben il 65% tra i cinquantenni).

Tutt’altra cosa è invece l’età di pensionamento desiderata, con ben il 60% degli intervistati che ha già pensato a quando vorrebbe andare in pensione. I più giovani sono molto ottimisti indicando di voler andare in pensione a 55 anni, la fascia di trentenni indica di voler uscire dal lavoro a poco meno di 60 anni mentre, il 18% degli intervistati, rientranti per lo più nella fascia di età più elevata, indica di voler andare in pensione a 65 anni e infine, solo una minima parte dichiara di voler lavorare fino al 70 anni

Un conto sono i desideri, un’altra cosa è la realtà. Facendo un confronto solo il 18% dei desideri corrisponde con quella che è la realtà mentre, nel 76% dei casi l’età in cui si desidera andare in pensione non corrisponde: di questi, il 32% dovrà lavorare fino a 5 anni in più rispetto a quanto si era immaginato, il 26% dai 6 ai 10 anni in più e il 10% dovrà lavorare ben più di 10 anni

Assegno pensionistico: il 54% non sa a quanto ammonterà

La ragioneria di Stato ha stimato per i lavoratori dipendenti un gap previdenziale pari al 30 – 40% e pari al 60 – 70% circa per i lavoratori autonomi e liberi professionisti. Il gap che, come sappiamo, rappresenta la differenza tra ultimo reddito percepito da lavoratori e pensione pubblica andrà poi a crescere ulteriormente nell’arco del prossimo futuro. 

Appare dunque più che mai evidente la necessità di agire e tutelare, fin dagli inizi della propria carriera, il proprio futuro tenore di vita. Questo, anche alla luce dei risultati della ricerca Moneyfarm-Progetica in cui la maggior parte degli intervistati indica di voler vivere, una volta raggiunta l’età pensionabile, con entrate che sono in linea o addirittura superiori rispetto al reddito attualmente percepito

Tralasciando i desideri, chiedendo agli intervistati di fare una stima più realistica in merito a quello che sarà il futuro assegno pensionistico si vede come la fascia di chi guadagna 1.000€ mensili si aspetta in media un assegno pensionistico di circa 995 euro, quelli rientranti nella fascia di reddito fino a 2.000 euro si aspettano invece assegni pari a circa 1.200 euro e infine, coloro che guadagnano più di 3.000 euro mensili si aspettano un assegno pensionistico pari a circa 2.482 euro. Anche queste stime, benché maggiormente realistiche, appaiono essere troppo generose rispetto a quello che sarà il futuro assegno.

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Pensione: meglio costruirla da sé

La previdenza integrativa è ancora poco conosciuta nel nostro Paese, ad oggi, poco più del 30% vi ha già aderito tuttavia, quello che è certo è che una volta conosciuta e capita non può che piacere

Si tratta di una forma di risparmio fiscalmente vantaggiosa, flessibile e tutelata, che segue il lavoratore nell’arco della sua vita lavorativa adattandosi alle sue esigenze, disponibilità economiche e obiettivi di risparmio. Aderendo a un fondo pensione sarà possibile non solo costruirsi una sicurezza economica in più per il post lavoro ma anche garantirsi un’uscita anticipata dal mondo del lavoro grazie alla R.I.T.A. – rendita integrativa temporanea anticipata. 

 

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